Cambiano i modi e i tempi di fruizione, ma la radio si conferma un mezzo di comunicazione "amico" e "sempre vicino". Anzi, in questi giorni strani di quarantene domestiche diventa per gli italiani un modo per "rallegrarsi", "migliorare l'umore" e "sentirsi tutti uniti".
L'effetto-coronavirus sulle abitudini lavorative e quotidiane si fa sentire anche sulla modalità di ascolto dei programmi radiofonici. E' sotto gli occhi di tutti il calo di traffico sulle nostre strade (il 67% delle persone in meno a muoversi in auto) che significa un minor utilizzo delle autoradio. Ma non per questo le trasmissioni hanno subito un contraccolpo proporzionale. Anzi.
Secondo quanto ricostruito in una ricerca curata dall'istituto GfK Italia, "L'ascolto della Radio ai tempi del Covid 19" - commissionata da TER, Tavolo Editori Radio, società che cura la rilevazione degli indici di ascolto radiofonici in Italia, costituita dalla quasi totalità delle emittenti pubbliche e private, nazionali e locali della radiofonia italiana - l'impatto sugli ascolti delle radio è molto contenuto. Si è infatti registrato un calo del 17%, pressoché compensato dall'aumento del tempo medio di ascolto cresciuto dell'11% (sull'ascolto degli ultimi 7 giorni).
Dal drive-time al sofa-time
Si può dire quindi di un cambiamento nell'approccio ai programmi radiofonici, non di un loro abbandono. Come molte altre delle nostre attività, anche il 'consumo' della radio si fa casalingo. E questo significa che si moltiplicano i device "sintonizzati". Se prima l'autoradio veicolava musica e programmi a più della metà degli ascoltatori, il lockdown ha restituito centralità agli apparecchi radio che pesano ora per il 43,3%. Seguono più o meno appaiati intorno al 27% le autoradio (c'è ancora una fetta importante di popolazione che va a lavorare, e predilige in questi giorni l'auto), gli smartphone/tablet e le Tv. Un indice di come la radio non si stia affatto spegnendo, ma spostando, è dato dall'accesso a siti o applicazioni dedicati alle radio che registrano il +61% di "time spent" in un giorno medio di ascolto.
"Rilevante in casa è l'inedita presenza maschile e delle donne lavoratrici - sottolinea Giorgio Licastro, responsabile Area Media di Gfk Italia - che aumenta le occasioni di esposizione (da 1,1 a 1,5 al giorno) e spinge verso l'alto, nella lista delle attività, l'ascolto mentre si lavora, mentre si fa ginnastica, nei momenti di relax. Le aree che maggiormente migliorano dopo l'inizio dell'emergenza sono proprio quelle rassicuranti della vicinanza e del comfort, come antidoto alla solitudine forzata; e contemporaneamente quelle che agiscono sullo stato di benessere, sull'umore, sull'emozione".
La radio informa e avvicina gli italiani in tempi di crisi La crisi ha favorito la relazione con il mezzo, soprattutto in termini di vicinanza, di veicolo di emozioni positive e secondariamente anche di informazione, di partecipazione e confronto. Secondo quanto ricostruito dai ricercatori, la musica ascoltata alla radio appare fondamentale, contribuendo al senso di comunità, di partecipazione collettiva, di serenità.
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